
La Gazzetta Del Mezzogiorno
DA SANTERAMO ALL’ATLANTE DI ARTE CONTEMPORANEA - Vito Difilippo, 32 anni, inserito nell’opera edita dalla De Agostini. Fra astrattismo e «strada» di Anna Larato

Questa è in sintesi la scheda di Difilippo presente nel secondo volume dell’Atlante dell’Arte Contemporanea, voluminosa pubblicazione tra le più prestigiose iniziative editoriali. Il libro è stato presentato lo scorso 5 giugno al Museo MAXXI di Roma. Curata anche questa seconda edizione dal critico Daniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice. Difilippo artista apprezzato in Italia e all’estero ha preso parte a rassegne nazionali ed internazionali. Ha esposto a Parigi, Londra, Firenze, Roma, Matera e Santeramo. Quest’anno era in programma una mostra a New York, ma purtroppo per via del covid-19 è stata rinviata in data ancora da definire. Vito Difilippo ha sempre avuto attitudini artistiche, sin da bambino.
«Sono davvero grato, comparire sul prestigioso Atlante dell’Arte Contemporanea insieme ad artisti di altissima caratura è un grande onore – afferma Difilippo –. Un riconoscimento che arriva dopo un lungo percorso artistico. Sin da piccolo mi divertivo a riprodurre su carta sotto forma di disegno tutto quello che percepivo dalla tv. Ero attratto soprattutto dalle pubblicità, ragion per cui oggi svolgo in parallelo anche l’attività di graphic designer. Pian piano mi sono sempre più avvicinato al mondo dell’arte facendo un sacco di sperimentazioni, dalla pop-art all’arte astratta, tutte comunque esplorazioni autodidatte di pittura ad olio, acrilico e collage. La mia prima vera espressione l’ho ritrovata nella collezione Urban Emotions una serie di opere che raccontano con immediatezza attimi di quotidianità che hanno lasciato in me una traccia emotiva. La particolarità di queste opere è il tratto infantile collegato a concetti forti, un contrasto che stimola la curiosità e la riflessione nell’osservatore. Ho sempre ricercato l’armonia ed è per questo motivo che mi sono avvicinato all’arte astratta ed informale abbandonando così la strada del figurativo. L’astratto guida l’osservatore a vivere un’esperienza intima e personale. Quest’anno ho deciso di avvicinarmi anche alla “street art”, non perché mi reputo uno street artist, ma semplicemente perché mi piace l’idea di donare la mia arte anche alla strada, ma qui ho ancora tanto da imparare».